Pagina Parrocchiale
CENNI STORICI Un primo segno di luogo sacro cristiano a Melia si ha con il tempietto dedicato a San Giovanni Battista, proprietà del feudatario di casa Ruffo (Scilla) succeduto ai De Nava; costoro nel 1424 si erano costituiti "feudatari di Scilla e del suo territorio", impadronendosi di tutti i beni del Monastero dei Basiliani. Il tempietto fu distrutto dal terremoto del 1783. Alcuni anni dopo, un certo Francesco De Franco fece costruire per sua devozione una cappella in onore di San Francesco d'Assisi, così la popolazione la domenica e nelle maggiori festività usufruiva dell'assistenza spirituale: da Scilla saliva a Melia per celebrare l'Eucarestia un coadiutore dell'Arciprete di Scilla. Con l'aumentare della popolazione, la cappella fu insufficiente, così nel 1844 il sindaco cav. Gaetano Minasi, ottenne che si costruisse in Melia una nuova chiesa, con l'approvazione del Vescovo del tempo, Mons. De Benedetto. Il 22 maggio 1845, la nuova chiesa dedicata a "San Gaetano da Thiene" fu aperta al pubblico. Nel 1877, il Cardinale Portanova diede facoltà all'Economo Amministratore di erigere il Fonte Battesimale e di poter conservare le Specie Eucaristiche per il Viatico agli ammalati nonché gli Oli Santi per l'Unzione degli Infermi. Il 16 novembre 1894 il terremoto distrusse la piccola chiesa di San Gaetano. Il 26 novembre 1896 il Card. Gennaro Portanova, consacra la nuova chiesa, il 3 luglio 1907 emana la Bolla d'erezione della nuova parrocchia "San Gaetano da Thiene in Melia" e, contemporaneamente nomina sacerdote scillese Domenico Bellantoni quale suo primo parroco. Un altro terremoto nel 1908 distrusse nuovamente la chiesa, questa volta però finirono sotto le macerie anche valori preziosissimi per la storia: documenti, libri, registri, vasi, paramenti sacri ecc. Il Comune di Scilla dapprima espropriò la parrocchia di Melia e diede facoltà di erigere la prima pietra dell'attuale edificio sacro. Ci troviamo di fronte ad un tempio con timpano classico e tetto a due falde, concludente in un'abside ribassata rispetto al resto. All'interno il tutto è raccolto in un'unica navata, che si orienta verso il presbiterio arricchito dell'altare, non più l'originale. All'esterno sul lato sinistro guardando la facciata, sorge il campanile che raccoglie due campane. Il sac. Barresi divenne il padre morale di tanti paesani soprattutto per la loro formazione scolastica, in lotta aperta contro l'analfabetismo. Suo successore fu nel 1946-1953, Don Pietro Scopelliti cui seguì nel biennio 1953-1954 Don Raimondo Lico, nel biennio 1954-1955 Don Rocco Busceti, nel periodo 1956-1960 Don Giacomo Canale. Una figura importante fu nel 1961-1970 Don Giovanni Laganà alla cui azione è legata la traduzione delle norme liturgiche volute dal Concilio Vaticano II. Ricordiamo che nel 1960 Papa Giovanni XXIII riunì la Chiesa Cattolica in Concilio per un lavoro di rinnovamento. La Riforma Liturgica introdusse l'uso delle lingue lingue nazionali nella liturgia e una architettura più confacente ai nostri tempi e allo spirito liturgico nella costruzione degli edifici sacri. A Melia fu Don Giovanni Laganà ad interessarsi di tutto questo. Il suo successore Don Giuseppe Abramo, 1970-1972, continuò ad insistere sulla riforma liturgica. Successivamente vi furono Don Francesco Canale e Don Rosario Pietropaolo il quale quest'ultimo cambiò altare fino ad allora "a muro"; il luogo della proclamazione della parola, il Fonte Battesimale e lo stesso Tabernacolo per la conservazione delle Sante Specie consacrate. Nel periodo 1983-1988 gli successe Don Mimmo Labella il quale aveva una forte predilezione per l'arte figurativa moderna. Aveva fatto dipingere l'Ultima Cena su tavola, 14 quadri della Via Crucis e due Icone raffiguranti la Madonna e il Cristo sulla croce. Gli successe Don Cosimo Latella, autore dell'interruzione dei lavori interni della chiesa, continuati dal suo successore Don Pietro Sergi (1993-1995). Il restauro fu portato a termine da Don Michele Bernardi. I PARROCI DI MELIA 1907-1913: DOMENICO BELLANTONI: parroco durante il terremoto: registrò 75 morti in quella occasione a Melia. Autore d'un opuscolo: "Cenni storici sulla Borgata Melia". Si dice che fosse così amato dalla gente che non si voleva venisse trasferito a Scilla. Gli fu dedicata anche una canzone. 1913-1920: GAETANO SCIARRONE; 1920-1922: dai registri non compare nessun nome; 1922-1946: SABATINO BARRESI: gli si deve la costruzione dell'attuale chiesa; 1946-1953: PIETRO SCOPELLITI; 1953-1954: RAIMONDO LICO; 1954-1955: ROCCO BUSCETI; 1956-1960: GIACOMO CANALE; 1961-1970: GIOVANNI LAGANA'; 1970-1972: GIUSEPPE ABRAMO; 1972-1974: FRANCESCO CANALE; 1975-1983: ROSARIO PIETROPAOLO; 1983-1988: DOMENICO LABELLA; 1988-1991: COSIMO LATELLA; 1991-1992: Si susseguono i sacerdoti della Chiesa del Rosario di Villa San Giovanni (RC) ma è soprattutto P. GIAMPIERO BASSIS ad occuparsi di Melia. 1992-1993: BRUNO CIPRO; 1993-1995: PIETRO SERGI; 1995- : MICHELE BERNARDI; ... continua...
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